mercoledì

6 dicembre -Siamo in cammino... viandanti reali e virtuali.


Siamo in cammino...
 
Il nostro viaggio è iniziato da pochi giorni e al di là di quello che stiamo facendo è già bello sapersi in cammino e in compagnia.
 
Di certo in questo “pellegrinaggio dell’Avvento” verso la grotta di Betlemme io stessa non conosco i miei compagni di viaggio, né li vedo pur se mi accorgo della loro presenza dal contatore dei visitatori presente sul blog. 
Mi chiedo: -Saranno bambini, miei alunni, adulti o anziani, genitori e nonni dei nostri scolaretti o gente del mio paese?” Non lo so, ma sicuramente sono persone che, come me, vogliono arrivare a vivere con più consapevolezza il Natale, inteso come presenza più viva di Gesù nella propria vita.
Di certo so pure che il numero dei “viandanti” aumenta con il passare dei giorni e ciò mi incoraggia a proseguire con la consapevolezza che non sono sola. 
I miei compagni di viaggio camminano con me sui fili della rete on line e, in questo, ci riconosciamo tutti figli del nostro tempo che esalta il digitale come nuovo mezzo di comunicazione.
Anche nel presepe tradizionale si nota un andirivieni di pastori. Nessuno sta fermo. In questo andare avanti ci somigliamo ma loro, i pastori, a differenza di noi, avevano la fortuna di camminare su sentieri reali che permettevano loro di incrociarsi per la strada, di fermarsi, di parlarsi e/o di salutarsi, stringendosi la mano e guardandosi negli occhi, di aiutarsi e di condividere il poco che avevano.
Il movimento in entrambe le realtà, quella reale  o quella virtuale, è sinonimo della vita stessa. Gli antichi lo percepivano bene, visto che ci hanno tramandato il saggio motto “Chi si ferma è perduto”. Anche i latini ne erano a conoscenza tanto che sostenevano che “L’ozio è il padre dei vizi”. Anche noi lo sappiamo. 

Anzi, noi del movimento ne abusiamo! 
E più che camminare… corriamo! 

Nel nostro quotidiano siamo portati a correre, senza sosta, vuoi per ragioni di lavoro, vuoi per motivi di studio, vuoi per eccesso di ambizione o per sfrenata competizione, vuoi per ricerca spasmodica del divertimento, vuoi per cattiva abitudine, vuoi per… 

Nelle brevi soste che facciamo a farla da padrone sono i “nostri immancabili pensieri”: la spesa da fare, le tasse da pagare, il lavoro da svolgere, i cavilli burocratici da considerare, le faccende di casa da svolgere, la salute nostra o dei nostri cari, da curare, i tanti problemi da risolvere; le uscite da organizzare, i bilanci da far quadrare, lo sport da praticare e chi più ne ha più ne metta…. e non si finisce mai.
In tutto questo raramente capita l’occasione di decelerare e/o di fermarsi e fare quello che facevano i pastori.
Questa situazione è evidente soprattutto nei treni e nei pullman dove tutti i viaggiatori pur stando seduti vicini, non si parlano, non si guardano negli occhi né si osservano: ognuno tira per il suo corso.
E in tutto questo dove sta l’incontro con gli altri, con il proprio prossimo?
E nelle stesse famiglie di oggi, per lo più nucleari, che non vivono più intorno al focolare, come i pastori, come si connotano le relazioni interpersonali? Impegni vari, orari diversi, di studio e di lavoro, interessi disparati, egoismi individuali spesso inficiano anche la relazione tra genitori e figli.
Corriamo, corriamo, corriamo ma, spesso, quando arriviamo, ci accorgiamo di aver perso per la strada i nostri acquisti e alla meta siamo arrivati a mani vuote, senza il necessario che avremmo dovuto avere per l’offerta al Signore. Ne è valsa la pena!

Salmo 1
Beato l'uomo...  
Beato l'uomo
che non segue gli slogans del sistema,
che non accetta la mentalità consumistica,
che non accoglie la morale del profitto.
Sarà come un muro di cemento
che blocca le frane rovinose.
Beato l'uomo
che non fa il "furbo" a danno dei fratelli,
che non si allea col mafioso e il prepotente,
che non respira manovre e clientele.
Sarà come una sorgente d'acqua di montagna,
in cui si specchiano gli occhi dei suoi figli.
Beato l'uomo
che imposta la sua vita sulla felicità degli altri,
che cammina sempre per le vie della giustizia,
che dona la sua solidarietà e collaborazione.
Sarà come un seme nella terra buona,
che produce frutti abbondanti e saporosi.
Beato l'uomo
che crede nel Signore e nel suo progetto liberante,
che legge la Sua parola e l'ascolta nella sua coscienza,
che spera nella realizzazione della nuova società.
Non resterà deluso in eterno. Amen.

Questa riscrittura del Salmo 1 è adatta alla nostra vita e al nostro tempo. Mentre la rileggiamo proviamo a farla diventare esame di coscienza e occasione di impegno.
(Tratto dal sito della parrocchia del Cristo Redentore di Sassari)


Nessun commento:

Posta un commento