Il cammino del viandante si
svolge per lo più in silenzio.
Il silenzio aiuta a riflettere,
a meditare e a guardarsi dentro con più consapevolezza e proprio per questo
spesso fa paura, come il buio.
Molti amano il rumore, il
chiasso proprio perché non vogliono pensare: hanno paura di loro stessi e si
stordiscono tra musica, assordante, chiacchiere inutili e rumori di ogni
specie.
I luoghi dove abitiamo favoriscono
questo intontimento: basti pensare alle corse che si fanno in mezzo al
traffico, al vocio continuo della gente che circola per le strade e per i
negozi, agli schiamazzi dei “perditempo”, ai rumori dei macchinari in funzione,
ecc.
Il rumore ci protegge da pensose riflessioni,
distrugge i sogni inquietanti,
ci assicura che stiamo tutti quanti insieme
e facciamo un tale chiasso
distrugge i sogni inquietanti,
ci assicura che stiamo tutti quanti insieme
e facciamo un tale chiasso
che nessuno oserà aggredirci”.
(C. Gustav Jung)
(C. Gustav Jung)
Ecco perché il viandante
sceglie sempre sentieri solitari, in montagna, dove c’è poca gente e pochi rumori e dove, a farla da padrone, è il
silenzio della natura che, con i suoi meravigliosi suoni, avvicina chi ascolta
alla grandezza di Dio, facendogli scoprire le meraviglie del suo Creato.
Dai suoni esterni, il
viandante arriva poi a percepire quelli interni ed inizia quel percorso di
piena consapevolezza di sé che lo avvicina
sempre di più agli altri e a Dio.
Così il silenzio diventa
fecondo e accresce l’umanità del viandante che sperimenta la gioia di sentirsi
tutt’uno con ciò che lo circonda.
A questo punto il viandante è
in pace con se stesso e con il mondo.
“E' Natale
ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare un altro” diceva Madre Teresa
di Calcutta.
Ma non meno interessante è ciò che
scrive KAHLIL GIBRAN nel suo libro “Le ali spezzate”
“Esiste qualcosa di più grande e più puro
rispetto a ciò che la bocca
pronuncia.
Il silenzio illumina l'anima,
sussurra ai cuori e li unisce.
Il silenzio ci porta lontano da noi
stessi,
ci fa veleggiare
nel firmamento dello spirito,
ci avvicina al cielo;
ci fa sentire che il corpo
è nulla più che una prigione,
e questo mondo è un luogo d'esilio.”
E’ che dire di questi aforismi tratti dal web:
-Il silenzio racchiude molte più parole di un intero
discorso, racchiude le parole non dette, le più belle.
-Il silenzio è il rumore dell’anima;è più assordante
di un frastuono perché in esso ci sono tutte le cose che si vorrebbero dire, ma
non ne si ha il coraggio, o non ne si trova il tempo.
-Il silenzio è immaginazione, in me, nasce musica,
poesia, ricordi... i quali svaniti negli anni, riaffiorano come un temporale
nel pieno dell’estate.
Molti in cerca di se stessi
o spinti dal desiderio di pregare con più intensità fanno esercizi mediante “La pratica del silenzio”.
LA
GRAZIA ABITA IL
SILENZIO
" Di sei devoti, cinque invocano Dio
a gran voce, chiamandolo Amato.
Soltanto uno prega silenziosamente
nella profonda quiete della propria anima.
Dice un saggio Indiano:
-Quest'ultimo sarà il solo
a cui verrà affidata la perla preziosa
della Grazia Divina.
La sua lingua prega in silenzio,
mentre il suo cuore è immerso
nella gloria di Dio-” (Kabir Das – Mistico Indiano)
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