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17 dicembre - E' gioioso colui che va incontro a Gesù.


Può un viandante essere triste durante il cammino verso la capanna?

Certamente no, perché egli sa che sta andando verso la luce, verso la verità… sta andando da Gesù.
E proprio perché sospinto dalla fede e colmo di amore e di speranza, va avanti con gioia.


La gioia è di tutti i cristiani e preoccupa non poco la tristezza che traspare dai visi delle persone del nostro tempo  che, angosciate dalla crisi politica ed economica in atto, mostrano poca fede e si scoraggiano facilmente.

Difatti, considerando gli uomini che incontriamo quotidianamente per la strada, notiamo che in tanti sembrano depressi, altri si mostrano rassegnati, avviliti, altri ancora aggressivi, altri preoccupati  e tristi e sono sempre di meno quelli allegri, sorridenti e gioiosi.
Cosa ci sta succedendo? Abbiamo forse interrotto bruscamente il nostro cammino? Abbiamo perso di vista la nostra meta? Non ci interessa più raggiungere la capanna?

Non si può essere tristi se davvero si è cristiani.

Il vero cristiano è gioioso… sereno… felice.

La gioia è un’altra fedele compagna del viandante.

Ma che cos’è la gioia?

Così la decantava Gabriele d’Annunzio:

Canta la gioia
Canta la gioia! Io voglio cingerti
di tutti i fiori perché tu celebri
la gioia la gioia la gioia,
questa magnifica donatrice!

Canta l'immensa gioia di vivere,
d'esser forte, d'essere giovine,
di mordere i frutti terrestri
con saldi e bianchi denti voraci,

di por le mani audaci e cupide
su ogni dolce cosa tangibile,
di tendere l'arco su ogni
preda novella che il desìo miri,

e di ascoltare tutte le musiche,
e di guardare con occhi fiammei
il volto divino del mondo
come l'amante guarda l'amata,

e di adorare ogni fuggevole
forma, ogni segno vago, ogni immagine
vanente, ogni grazia caduca,
ogni apparenza ne l'ora breve.
Canta la gioia! Lungi da l'anima
nostro il dolore, veste cinerea.
 (Gabriele D’Annunzio)
Cosi la cantano oggi gli scout:

 

La Gioia

 

Ascolta, il rumore delle onde del mare
ed il canto notturno di mille pensieri
dell' umanità che riposa
dopo il traffico di questo giorno
che di sera si incanta davanti
al tramonto che il sole le dà.

Respira, e da un soffio di vento raccogli
il profumo dei fiori che non hanno chiesto
che un po' di umiltà e se vuoi puoi gridare
e cantare che voglia di dare e cantare
che ancora nascosta può esistere la...

Felicità, perché la vuoi, perché tu puoi
riconquistare un sorriso e puoi giocare
e puoi gridare, perché ti han detto bugie
se han raccontato che l' hanno uccisa,
che han calpestato la gioia, perché la gioia
perché la gioia, perché la gioia è con te.

E magari fosse un attimo, vivila ti prego
e magari a denti stretti non farla morire
anche immerso nel frastuono
tu falla sentire, hai bisogno di gioia, come me.
la, la, la, la, lalla, la, la...

Ancora, è già tardi ma rimani ancora
per poter gustar ancora un poco
quest' aria scoperta stasera e domani
ritorna, tra la gente
che soffre e che spera, tu saprai che
nascosta può esistere la...

Felicità, perché la vuoi, ...





Ma non è concesso a tutti il saper essere gioiosi perché anche la gioia è un dono di Dio.

Lo spiega così bene  il Papa Francesco: «La gioia del cristiano non è allegria di un momento».
Il cristiano è un uomo e una donna di gioia. Questo ci insegna Gesù, ci insegna la Chiesa, in questo tempo in maniera speciale. Che cosa è, questa gioia? E’ l’allegria? No: non è lo stesso. L’allegria è buona, eh?, rallegrarsi è buono. Ma la gioia è di più, è un’altra cosa. E’ una cosa che non viene dai motivi congiunturali, dai motivi del momento: è una cosa più profonda. E’ un dono. L’allegria, se noi vogliamo viverla tutti i momenti, alla fine si trasforma in leggerezza, superficialità, e anche ci porta a quello stato di mancanza di saggezza cristiana, ci fa un po’ scemi, ingenui, no?, tutto è allegria … no. La gioia è un’altra cosa. La gioia è un dono del Signore. Ci riempie da dentro. E’ come una unzione dello Spirito. E questa gioia è nella sicurezza che Gesù è con noi e con il Padre”.

E continua a parlarne specificandone sempre più l’essenza in un discorso pubblicato dal giornale Avvenire in un articolo dal titolo “La gioia cristiana”.
Ma sulla gioia si è espressa anche Santa Madre Teresa di Calcutta:

Sulla Gioia

Un cuore gioioso è il normale risultato
di un cuore che arde d'amore.
La gioia non è semplicemente una questione di temperamento,
è sempre difficile mantenersi gioiosi:
una ragione di più per dover cercare di attingere
alla gioia e farla crescere nei nostri cuori.

La gioia è preghiera; la gioia è forza; la gioia è amore.
E più dona chi dona con gioia.

Ai bimbi e ai poveri, a tutti coloro che soffrono e sono soli,
donate loro sempre un gaio sorriso;
donate loro non solo le vostre premure, ma anche il vostro cuore.
Può darsi che non si sia in grado di donare molto,
però possiamo sempre donare la gioia
che scaturisce da un cuore colmo d'amore.
Se nel vostro lavoro incontrate difficoltà e le accettate con gioia,
con un largo sorriso, in ciò, al pari di molte altre cose,
vedrete le vostre opere buone.
E il modo migliore per dimostrare la vostra gratitudine
consiste nell'accettare ogni cosa con gioia.

Se sarete colmi di gioia, la gioia risplenderà nei vostri occhi
e nel vostro aspetto, nella vostra conversazione e nel vostro appagamento.
Non sarete in grado di nasconderla poiché la gioia trabocca.

La gioia è assai contagiosa.
Cercate, perciò, di essere sempre
traboccanti di gioia dovunque andiate.

...

La gioia dev'essere uno dei cardini della nostra vita.
È il pegno di una personalità generosa.
A volte è altresì un manto che avvolge
una vita di sacrificio e di donazione di sé.
Una persona che possiede questa dote spesso raggiunge alti vertici.
Splende come un sole in seno a una comunità.

...

Che Dio vi renda in amore tutto l'amore che avete donato
o tutta la gioia e la pace che avete seminato attorno a voi,
da un capo all'altro del mondo.



Il tutto per farci capire che:

E’ gioioso colui che va incontro a Gesù…

Una volta un sacerdote stava camminando in chiesa, verso mezzogiorno, passando dall’altare decise di fermarsi lì vicino per vedere chi era venuto a pregare.
In quel momento si aprì la porta, il sacerdote inarcò… il sopracciglio vedendo un uomo che si avvicinava; l’uomo aveva la barba lunga di parecchi giorni, indossava una camicia consunta, aveva una giacca vecchia i cui bordi avevano iniziato a disfarsi.
L’uomo si inginocchiò, abbassò la testa, quindi si alzò e uscì. Nei giorni seguenti lo stesso uomo, sempre a mezzogiorno, tornava in chiesa con una valigia… si inginocchiava brevemente e quindi usciva.
Il sacerdote, un po’ spaventato, iniziò a sospettare che si trattasse di un ladro, quindi un giorno si mise davanti alla porta della chiesa e quando l’uomo stava per uscire dalla chiesa gli chiese: “Che fai qui?”. L’uomo gli rispose che lavorava nella zona e aveva mezz’ora libera per il pranzo e approfittava di questo momento per pregare, “Rimango solo un momento, sai, perché la fabbrica è un po’ lontana, quindi mi inginocchio e dico: “Signore, sono venuto nuovamente per dirTi quanto mi hai reso felice quando mi hai liberato dai miei peccati… non so pregare molto bene, però Ti penso tutti i giorni… Beh Gesù… qui c’è Jim a rapporto”.
Il padre si sentì uno stupido, disse a Jim che andava bene, che era il benvenuto in chiesa quando voleva. Il sacerdote si inginocchiò davanti all’altare, si sentì riempire il cuore dal grande calore dell’amore e incontrò Gesù. Mentre le lacrime scendevano sulle sue guance, nel suo cuore ripeteva la preghiera di Jim: “Sono venuto solo per dirti, Signore, quanto sono felice da quando ti ho incontrato attraverso i miei simili e mi hai liberato dai miei peccati… non so molto bene come pregare, però penso a te tutti i giorni… beh, Gesù… eccomi a rapporto!”.
Un dato giorno il sacerdote notò che il vecchio Jim non era venuto. I giorni passavano e Jim non tornava a pregare. Il padre iniziò a preoccuparsi e un giorno andò alla fabbrica a chiedere di lui; lì gli dissero che Jim era malato e che i medici erano molto preoccupati per il suo stato di salute, ma che tuttavia credevano che avrebbe potuto farcela.
Nella settimana in cui rimase in ospedale Jim portò molti cambiamenti, egli sorrideva sempre e la sua allegria era contagiosa. La caposala non poteva capire perché Jim fosse tanto felice dato che non aveva mai ricevuto né fiori, né biglietti augurali, né visite. Il sacerdote si avvicinò al letto di Jim con l’infermiera e questa gli disse, mentre Jim ascoltava: “Nessun amico è venuto a trovarlo, non ha nessuno”.
Sorpreso il vecchio Jim disse sorridendo: “L’infermiera si sbaglia, però lei non può sapere che tutti i giorni, da quando sono arrivato qui, a mezzogiorno, un mio amato amico viene, si siede sul letto, mi prende le mani, si inclina su di me e mi dice: «Sono venuto solo per dirti, Jim, quanto sono stato felice da quando ho trovato la tua amicizia e ti ho liberato dai tuoi peccati. Mi è sempre piaciuto ascoltare le tue preghiera, ti penso ogni giorno… beh, Jim… qui c’è Gesù a rapporto!»”

 

 E’ forse il caso di meditare sui nostri stati d’animo per capire cosa ci impedisce di provare la gioia e scoprire se è vero che, come canta Battiato, “i nemici sono dentro di noi”…

Stati Di Gioia

Le azioni del mondo non influenzano il sole
e i nemici è sicuro sono dentro di noi
com'è possibile restare ciechi per così lungo tempo

Mi trovavo a lottare contro i miei fantasmi
spostandomi in avanti per quanto lo permette la catena
scopersi per caso lo stato che ascende alla Gioia
Masticavo semi di mela alla luce del mattino
le increspature dell'aria sembravano pulsare
mi giungevano frasi, odori di erbe bruciate
scintille di fuochi suoni lontani

Masticavo semi di mela alla luce del mattino
le increspature dell'aria sembravano pulsare

Era l'estate del '63 un pomeriggio assolato
da un juke-box di un bar completamente vuoto
"She loves you ye ye ye"

Riti di purificazione dentro stati di Gioia
senza Luce né Oscurità…






Intanto prendiamo atto che:

 “La gioia cristiana scaturisce da questa certezza:
Dio è vicino, è con me, è con noi, nella gioia e nel dolore,
nella salute e nella malattia, come amico e sposo fedele.
E questa gioia rimane anche nella prova, nella stessa
sofferenza, e rimane non in superficie, bensì nel profondo
della persona che a Dio si affida e in Lui confida”

(Benedetto XVI)

 

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