"Io amo la semplicità che si accompagna con
l’umiltà…” dice Alda Marini
L'umiltà
L'umiltà è come un candido fiore,
nessun colore potrà mai appartenerle,
è come una timida alba
che pochi coglieranno,
alcun profumo le appartiene
e apparentemente
è trasparente,
eppure illumina il cuore
di chi la possiede
colorandone l'interiorità!
nessun colore potrà mai appartenerle,
è come una timida alba
che pochi coglieranno,
alcun profumo le appartiene
e apparentemente
è trasparente,
eppure illumina il cuore
di chi la possiede
colorandone l'interiorità!
“L’umiltà è il fondamento
di tutte le virtù, e nelle anime dove essa non è presente, non vi può essere
nessun’altra virtù, se non di pura apparenza. Allo stesso modo, l’umiltà è la
disposizione più propria per ricevere tutti i doni celesti. È tanto necessaria
per raggiungere la perfezione, e tra tutte le vie per arrivare alla perfezione
la prima è l’umiltà, la seconda è l’umiltà, la terza è l’umiltà”, sostiene Sant’Agostino.
Ma se questa virtù è così importante perché oggi è così rara?
Nella nostra società competitiva sembra che non ci sia
spazio per le persone umili.
L’arrivismo, la corsa a primeggiare, l’arroganza dei
falsi sapienti inorgoglisce un po’ tutti, a scapito di questa bella virtù.
Di sicuro l’umiltà è la strada maestra per arrivare a Dio.
Leggere questa fiaba dei Fratelli Grimm può aiutarci a riflettere
Umiltà e povertà portano in cielo
C'era una volta un principe
che un giorno se ne andava per i campi, triste e pensieroso. Guardò il cielo,
così limpido e azzurro, sospirò e disse: "Come si deve stare bene
lassù!" In quel mentre scorse un vecchio mendicante che passava di là, gli
rivolse la parola e domandò: "Come posso andare in cielo?" L'uomo
rispose: -Con umiltà e povertà. Mettiti i miei stracci, erra sette anni per il
mondo e impara a conoscerne la miseria; non prendere denaro, e quando hai fame
prega le persone pietose di darti un pezzetto di pane, e ti avvicinerai al
cielo-. Il principe si tolse l'abito lussuoso, indossò quello del mendicante e
se ne andò per il mondo sopportando la più nera miseria. Accettava soltanto un
po' di cibo, non parlava e pregava il Signore che volesse accoglierlo un giorno
in cielo. Quando furono trascorsi i sette anni, tornò al castello di suo padre,
ma nessuno lo riconobbe. Disse ai servi: -Andate, e dite ai miei genitori che
sono tornato-. Ma i servi non gli credettero, risero e non gli badarono. Allora
egli disse: -Andate, e dite ai miei fratelli di scendere: desidero tanto
rivederli!-. I servi non volevano fare neppure questo, ma alla fine uno di loro
andò e lo disse ai figli del re; ma questi non ci credettero e non se ne
curarono. Allora egli scrisse una lettera a sua madre e le raccontò tutta la
sua miseria, ma non le disse di esser suo figlio. La regina, impietosita, gli
fece dare un posto nel sottoscala, e ogni giorno dei servi dovevano portargli
da mangiare. Ma uno dei due era cattivo e diceva: -Che se ne fa il mendicante
di questi cibi prelibati!- e se li teneva per sè‚ o li dava ai cani; e al
principe, debole e consunto, non portava che acqua. L'altro invece era onesto e
gli portava quel che gli davano per lui. Era poco, e tuttavia poté‚ tenerlo in
vita per qualche tempo. Egli sopportava tutto con pazienza, ma s'indeboliva
sempre di più. Quando la malattia si aggravò, chiese di ricevere il Viatico.
Durante la messa, tutte le campane della città e dei dintorni incominciarono a
suonare. Dopo la messa, il sacerdote si recò dal povero nel sottoscala, ed egli
giaceva morto, con una rosa in una mano e un giglio nell'altra; e accanto a lui
c'era un foglio di carta, dov'era scritta la sua storia. Quando fu sepolto, su
un lato della tomba crebbe una rosa, sull'altro un giglio.
Umilmente eleviamo la nostra preghiera a Dio
Germogli d'umiltà
Fai germogliare in me,
Signore, l'umiltà,
rinnego il mio Ego e ho bisogno di pietà.
Sono in cammino verso la luce del tuo volto,
purifica la mia mente dai pensieri stolti.
Dammi un cuore nuovo pieno di perdono,
rinforza la mia fede, il tuo grande dono.
Laddove muore il mio Io nasce la tua volontà,
semina in me abbondantemente
la misericordia e la bontà.
Estirpa dentro di me la zizzania del nemico
e non permettere si secchi mai fiducia in te,
come l'albero di fico
e vada via da me ogni timore,
colma lo scrigno del mio cuore
con il tuo divino amore.
Aiutami ad annunziare la Verità sui tetti
e possano riempirsi le Vie
di numero illimitato di eletti.
In te, Gesù, il mondo riconoscerà la Vita,
l'amore, la gioia e la pace infinita.
rinnego il mio Ego e ho bisogno di pietà.
Sono in cammino verso la luce del tuo volto,
purifica la mia mente dai pensieri stolti.
Dammi un cuore nuovo pieno di perdono,
rinforza la mia fede, il tuo grande dono.
Laddove muore il mio Io nasce la tua volontà,
semina in me abbondantemente
la misericordia e la bontà.
Estirpa dentro di me la zizzania del nemico
e non permettere si secchi mai fiducia in te,
come l'albero di fico
e vada via da me ogni timore,
colma lo scrigno del mio cuore
con il tuo divino amore.
Aiutami ad annunziare la Verità sui tetti
e possano riempirsi le Vie
di numero illimitato di eletti.
In te, Gesù, il mondo riconoscerà la Vita,
l'amore, la gioia e la pace infinita.
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