giovedì

14 dicembre - Chi sa di esser amato...ama e questo amore è la fonte della carità.


La bontà è stretta parente della bellezza ma entrambe sono incomplete senza la carità.
 
Chi ama il bello e guarda se  e gli altri con lo sguardo della bontà non può esimersi dal fare carità; non può fare a meno di prodigarsi per coloro che vivono situazioni di disagio perché malati o poveri, bistrattati o fragili, disperati o drogati, soli o abbandonati.
Ma che significa carità?

La carità è una virtù teologale, è un dono di Dio, è un principio evangelico ben trattato nel capitolo 30 del manuale dei principi evangelici dove viene riportato, a mo’di esempio di carità, la parabola del buon Samaritano.



San Paolo ne parla in modo sublime nella lettera ai Corinzi presentandola come alta espressione dell’amore cristiano:

Inno alla carità

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,
ma non avessi la carità,
sarei un bronzo risonante o un cembalo squillante.
Se avessi il dono della profezia
e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza
e avessi tutta la fede in modo da spostare le montagne,
ma non avessi la carità,
non sarei nulla.
Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri,
se dessi il mio corpo per essere arso,
e non avessi la carità,
non mi gioverebbe a nulla.
La carità è paziente,
è benigna la carità;
la carità non invidia, non si vanta,
non si gonfia, non manca di rispetto,
non cerca il proprio interesse, non si adira,
non tiene conto del male ricevuto,
ma si compiace della verità;
tutto tollera, tutto crede,
tutto spera, tutto sopporta.
La carità non verrà mai meno.
Le profezie scompariranno;
il dono delle lingue cesserà, la scienza svanirà;
conosciamo infatti imperfettamente,
e imperfettamente profetizziamo;
ma quando verrà la perfezione, sparirà ciò che è imperfetto.
Quando ero bambino, parlavo da bambino,
pensavo da bambino, ragionavo da bambino.
Da quando sono diventato uomo,
ho smesso le cose da bambino.
Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro;
ma allora vedremo faccia a faccia.
Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente,
come perfettamente sono conosciuto.
Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità;
ma la più grande di esse è la carità.
(S. Paolo – Prima lettera ai Corinzi 13,1-9)

Dunque una persona che non è capace di carità è un cristiano mancato, un bronzo risonante, un cembalo squillante quasi a dire un corpo senza anima, un mero strumento…



Ma la carità proprio perché è un dono di Dio la si può invocare con la preghiera.

Chiediamola per la nostra famiglia.

 

Preghiera per ottenere la carità in famiglia


-Ottienici, Gesù, per intercessione della tua santissima Madre, di san Giuseppe e di san Paolo, d’avere in famiglia una “carità magnanima”, che ci renda capaci di donarci gli uni gli altri con vero affetto, anche quando, come risposta, avessimo ingratitudine e rifiuto.

-“Una carità benigna” che ci aiuti ad imitare, nell’amore oblativo, il Cristo crocifisso, come chiede il tuo Apostolo a noi, coniugi cristiani.

-“Una carità non invidiosa” che, perciò, sappia scoprire e godere dei doni spirituali di cui è ricco colui / colei che il Padre ha scelto come nostro compagno/a di vita. Una carità che ci faccia accogliere, ogni giorno, i nostri familiari come dono di Dio e ci faccia evitare d’inseguire sogni fantastici d’una famiglia ideale (che non esiste).

-“Una carità che, come quella di Paolo, non si vanti né si gonfi”, ma tutto attribuisca alla grazia del Signore.

-“Una carità che non manchi di rispetto” per nessun membro della famiglia; e che anche in colui o in colei che avesse sbagliato in modo gravissimo, sappia scorgere l’immagine di Dio, sappia vedere il volto di Cristo.

-“Una carità che non cerchi il proprio interesse” ma quello degli altri familiari, sapendo che tutti ci sono stati affidati dal Pastore supremo; una carità che perciò «si sforzi di piacere a tutti in tutto, senza cercare l’utile proprio ma quello di tutti, perché giungano alla salvezza».

E se qualche volta, malgrado i propositi, la nostra “carità (come quella di Paolo) si adirasse”, fa’ che questa ira sia rivolta al peccato, non al peccatore, in modo che la correzione sia percepita da chi la riceve, come un gesto d’amore.

Quando, poi, dovessimo ricevere del male da qualcuno dei nostri familiari, ti preghiamo d’ottenerci “una carità che non ne tenga conto”, imitandoti, Gesù, quando, crocifisso, hai donato te stesso alla Chiesa per renderla santa ed immacolata.
Signore, fa’ che la nostra carità ci faccia vivere la beatitudine di chi “soffre per ogni ingiustizia”. 

Ottienici, in positivo, come genitori ed educatori, d’edificare insieme “la civiltà dell’amore”, con l’impegno a far di tutto perché i nostri figli siano sempre “buoni cristiani e buoni cittadini”.

Gesù, fa’ che “la nostra carità si compiaccia sempre e solo della verità”, che sei tu, o Signore. Facci capaci di testimoniare con la nostra vita familiare “lo splendore della tua Verità”, perché altri scoprano gli ideali evangelici che rendono bella ogni vita.

Vorremmo, infine, che “la nostra carità, come quella di Paolo, arrivasse a coprire tutto, a credere in tutti, a sperare sempre, e a sopportare ogni difficoltà”, soprattutto in famiglia, per vivere, così, la beatitudine promessa ai misericordiosi e ottenere, a nostra volta, la tua infinita misericordia.

Così anche noi, come l’Apostolo, potremo dire ai nostri figli, ai nostri nipoti e a nostri vicini: «Fatevi nostri imitatori (nella carità), come noi lo siamo di Cristo». Amen.



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