Si meravigliarono i re Magi nel vedere la cometa che indicava loro il cammino.
Si meravigliarono i pastori giunti alla capanna nel vedere in una stalla una donna con il suo bambino quasi nudo, adagiato su un po' di paglia e cullato amorevolmente dal un pio vecchietto.
E chi non si sarebbe meravigliato di fronte ad un simile scena: Gesù, il figlio di Dio, era proprio lì, in una stalla, esposto al freddo gelo di una notte d'inverno!
Di fronte alla straordinarietà che va oltre l'ordinario ci si meraviglia sempre.
Sarebbe triste perdere questa capacità di stupirsi in situazioni eccezionali.
Corre frettoloso e raramente si ferma; guarda ma non osserva; osserva e non riflette; spende e spande senza criterio; brama e mai si appaga; sogna desideri ma poi poco fa per realizzarli; arranca sulla strada dell'ambizione senza voltarsi indietro e spesso nel viaggio della vita è solo anche quando sta in compagnia.
Così per lui tutto diventa ovvio, scontato e nulla più lo stupisce.
E allora anche il grande evento di Natale che ci ricorda che Dio si è fatto uomo per incontrarsi con noi diventa un fatto ovvio, scontato.
Il rischio è quello che oggi, con sterile ripetitività, sospinti dall'abitudine, si prepara l'albero di Natale, il presepe e si adorna la casa di addobbi ma si dimenta la meraviglia del Natale e non si percepisce più la gioia della festa.
Che non sia così per noi!
Che la meraviglia della Notte Santa rimanga sempre nei nostri cuori!
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