venerdì

Natale -25 dicembre



 È nato!
Alleluja! Alleluja!

 È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buia,
risplende d'un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaje
suonate; squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!

 Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto
da quattro mill'anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Per quattro mill'anni s'attese
quest'ora su tutte le ore.
 È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!
Risplende d'un astro divino
La notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino.

 È nato!
Alleluja! Alleluja!


Suona campana, suona festosa!
Nato è il Bambino, dorme e riposa.
Ma nella grotta c'è freddo e vento
e poca paglia lo copre a stento…
Oh, se potessi, Gesù Bambino,
farti dormire nel mio lettino,
da questa grotta portarti via
là nel calduccio di casa mia!

Ma la maestra mi ha detto a scuola
      che tu domandi una cosa sola:
      non la mia casa, non il mio letto,
        ma solo un cuore pieno di affetto.
Se questo chiedi, questo ti dono
con la promessa d'essere buono.
Dormi tranquillo: col suo calore
saprà scaldarti questo mio cuore.
E tu concedi a mamma e papà
amore e pace e felicità.



La Rosa di Natale

La figlia piccola di un pastore era intenta ad accudire il gregge del padre in un pascolo vicino Betlemme, quando vide degli altri pastori che camminavano speditamente verso la città. Si avvicinò e chiese loro dove andavano.
I pastori risposero che quella notte era nato il bambino Gesù e che stavano andando a rendergli omaggio portandogli dei doni. La bambina avrebbe tanto voluto andare con i pastori per vedere il Bambino Gesù, ma non aveva niente da portare come regalo. I pastori andarono via e lei rimase da sola e triste, così triste che cadde in ginocchio piangendo.
Le sue lacrime cadevano nella neve e la bimba non sapeva che un angelo aveva assistito alla sua disperazione. Quando abbassò gli occhi si accorse che le sue lacrime erano diventate delle bellissime rose di un colore rosa pallido. Felice, si alzò, le raccolse e partì subito verso la città. Regalò il mazzo di rose a Maria come dono per il figlio appena nato.
Da allora, ogni anno nel mese di dicembre fiorisce questo tipo di rosa per ricordare al mondo intero del semplice regalo fatto con amore dalla giovane figlia del pastore.




Signore, sei meraviglioso.
Sei nato, sei venuto, ti sei fatto Bambino,
sei entrato nel nostro mondo.

Contemplo come sei arrivato:
non ci hai mandato un fax. Non ha fatto fracasso,
sei venuto nella notte, nel silenzio.

Non sei nato in un posto lussuoso,
in mezzo alla ricchezza,
ma in un angolo dimenticato dalla terra.
 

Signore, stanotte anch'io ci sono.
Sì, non voglio essere un dormiglione
che rimane chiuso in casa,
che non si accorge di nulla.

Signore, stanotte anch'io ci sono
e voglio proprio esserci
come Maria, come Giuseppe, come i pastori.

Signore, ci sono pieno di stupore, di meraviglia
per ciò che tu hai fatto,
ci sono a mani vuote, pronto ad accoglierTi.

Vieni, Signore vieni; da me c'è posto.


Occupa quella sala centrale che è il mio cuore,
è libera solo per te.
Gesù Bambino





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