L'albero di Natale è uno dei simboli che meglio rappresentano le festività natalizie, riportando alla nostra mente l'immagine della vita che continua, rievocata con il colore sempreverde degli alberi tipici utilizzati per questa festività ed è sotto l'albero che i nostri bimbi trovano i doni portati da Babbo Natale o da Gesù Bambino.
La tradizione vuole che l'8 Dicembre, nel giorno
dell'Immacolata, nelle case di tutti noi cè un tripudio di
palline colorate e ghirlande e per la gioia di grandi e piccini,
si fa l'albero di Natale. Ma dove ha origine l'addobbo
dell'abete o pino, simbolo del Natale?
Pochi sanno che la tradizione di addobbare l'abete é
nata in Egitto. In quei luoghi infatti l'albero era
costituito da una piccola piramide di legno, costruita
ad imitazione dei giganteschi monumenti come
simbolo culturale e propiziatorio. Dalla terra dei
faraoni, dunque un viaggiatore portò questa idea in
Europa e, parte delle popolazioni germaniche,
scandinave e russe lo adottarono per celebrare il
solstizio d'inverno, il ritorno di quel sole e di quel
calore di cui il clima d'Egitto era simbolo.
Ci sono molte leggende che riguardano le origini dell'Albero
di Natale. Ecco di seguito alcune tra le più suggestive.
In un villaggio, alla Vigilia del Natale, un ragazzo si recò nel bosco per cercare un ceppo di quercia da bruciare nel camino così come era tradizione .
Però, attardatosi, si perse durante una fitta nevicata. Per ripararsi dalla neve si rifugiò sotto l'unico albero ancora verdeggiante, in mezzo a tutte le altre piante spoglie. Quell'albero era l'abete.
Il ragazzo, infreddolito e impaurito, si raggomitolò ai piedi del tronco e si addormentò. L'albero si impietosì e per meglio ripararlo abbassò i suoi rami fino a terra, quasi a formare un riparo per proteggere il ragazzo dalla neve e dal freddo.
Al mattino fu svegliato dalle voci dei suoi compaesani che lo stavano cercando. Solo dopo che si ritrovarono, tutti si accorsero del meraviglioso spettacolo che la natura aveva creato: la neve, posandosi sui rami, aveva formato decorazioni scintillanti che, insieme ai tanti ghiaccioli, brillavano alla luce del sole.
Così l'abete venne preso come simbolo del Natale e in tutte le case lo si decora e lo si illumina per ricreare lo spettacolo sfolgorante che apparve in quel bosco ai contadini, la mattina di Natale.
Da allora anche gli abeti nelle foreste mantennero la caratteristica di piegare i rami verso il basso.
Un'altra leggenda parla di un altro albero dell'Eden, l'albero del Bene e del Male.
Quando Adamo fu scacciato dall'Eden portò con sè un
ramoscello che in seguito divenne l'abete che servì per la
Santa Croce e diventando poi l'Albero di Natale
Quando Gesù nacque, anche gli alberi, come gli animali e come gli uomini, vollero offrirgli i loro doni per consolare la sua povertà.
Solo l'abete non aveva fatto la sua offerta: infatti non sapeva che cosa dare.
Che cosa posso offrire, io, al Bambino? chiese agli altri.
Tu! - risposero - tu non hai nulla da offrire. I tuoi aghi aguzzi pungerebbero il bimbo, e le tue lacrime sono appiccicose di resina.
Il povero abete si sentì molto infelice e disse con tristezza: - Avete ragione. Non ho proprio niente che sia degno di essere offerto al Bambino.
Un angelo udì quelle parole; ebbe compassione dell'abete cosi umile e decise di aiutarlo. In alto, nel cielo,le stelle cominciavano a brillare.
L'angelo chiese ad alcune di esse di scendere e di posarsi sui rami dell'abete. Esse ubbidirono e il grande albero ne fu tutto illuminato.
Il Bambino Gesù lo vide e i suoi occhi brillarono di gioia. L'abete ne fu molto felice.
Molti anni dopo, le persone che conoscevano questa storia presero l'abitudine di far brillare in ogni casa, la vigilia di Natale, un abete carico di candele accese, come quello che aveva brillato davanti al presepio.
Solo l'abete non aveva fatto la sua offerta: infatti non sapeva che cosa dare.
Che cosa posso offrire, io, al Bambino? chiese agli altri.
Tu! - risposero - tu non hai nulla da offrire. I tuoi aghi aguzzi pungerebbero il bimbo, e le tue lacrime sono appiccicose di resina.
Il povero abete si sentì molto infelice e disse con tristezza: - Avete ragione. Non ho proprio niente che sia degno di essere offerto al Bambino.
Un angelo udì quelle parole; ebbe compassione dell'abete cosi umile e decise di aiutarlo. In alto, nel cielo,le stelle cominciavano a brillare.
L'angelo chiese ad alcune di esse di scendere e di posarsi sui rami dell'abete. Esse ubbidirono e il grande albero ne fu tutto illuminato.
Il Bambino Gesù lo vide e i suoi occhi brillarono di gioia. L'abete ne fu molto felice.
Molti anni dopo, le persone che conoscevano questa storia presero l'abitudine di far brillare in ogni casa, la vigilia di Natale, un abete carico di candele accese, come quello che aveva brillato davanti al presepio.
Il Pianeta degli alberi di Natale
Dove sono i bambini che non hanno
l’albero di Natale
con la neve d’argento, i lumini
E i frutti di cioccolata?
Presto, presto, adunata, si va
nel pianeta degli alberi di Natale,
io so dove sta.
Che strano, beato pianeta
qui è Natale ogni giorno.
Ma guardatevi attorno:
gli alberi della foresta,
illuminati a festa,
sono carichi di doni.
Crescono sulle siepi i panettoni,
i platani del viale
sono platani di Natale.
Perfino l’ortica,
non punge mica,
ma tiene su ogni foglia
un campanello d’argento
che si dondola al vento.
In piazza c’è il mercato dei balocchi.
Un mercato coi fiocchi,
ad ogni banco lasceresti gli occhi.
E non si paga niente, tutto gratis.
Osservi, scegli, prendi e te ne vai.
Anzi, anzi, il padrone
ti fa l’inchino e dice: "Grazie assai,
torni ancora domani, per favore:
per me sarà un onore"
Che belle le vetrine senza vetri!
Senza vetri, s’intende,
così ciascuno prende
quello che più gli piace: e non si passa
mica alla cassa, perché
la cassa non c’è.
Un bel pianeta davvero
Anche se qualcuno insiste
a dire che non esiste.
Ebbene, se non esiste esisterà:
che differenza fa?
Gianni Rodari
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