giovedì

9 dicembre -L'umiltà: una dote vincente o una virtù fuori moda?


9 dicembre

Sul sentiero che porta alla luce
passano solo le persone umili

Quando su questo sentiero passò Maria, donna umile per eccellenza, era in compagnia di Giuseppe, l'umile falegname scelto da Dio come padre putativo di suo figlio, Gèsù che, a sua volta, per umiltà nacque in una capanna e non già in un castello.
Ma umili erano anche i pastori che, svegliati nella notte dagli angeli, si recarono subito alla capanna per portare i loro doni al piccolo Bambinello.



Dunque riflettiamo insieme:

Gesù è nato nell'umiltà di una stalla, in una famiglia povera; [Cf Lc 2,6-7 ] semplici pastori sono i primi testimoni dell'avvenimento.
In questa povertà si manifesta la gloria del cielo [Cf Lc 2,8-20 ].
«È venuto al mondo miserabilmente in una stalla aperta a tutti i venti; venne deposto sulla paglia, nella mangiatoia degli animali; non vi erano fasce per coprirlo; il soffio di un bue e di un asino fu necessario per la sua vita, affinché non morisse di freddo»? Orbene, tutto questo si poté dire del Figlio di Dio.
Gli angeli non davano nessun altro contrassegno: «Troverete un bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia» (Lc 2, 12).



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Maria è stata la madre e maestra di umiltà per eccellenza, ma con lei, il suo sposo, San Giuseppe che non parla mai nel Vangelo, ma agisce prontamente rispondendo alla volontà di Dio.
Accetta di crescere un figlio non suo e di rispettare la sua sposa, tempio di Dio.
E' un grande esempio di umiltà, troppe volte ignorato o dimenticato.



Una persona umile è essenzialmente
una persona modesta a scuola o al lavoro
L'umiltà è una delle virtù cristiane più importanti che richiama l'uomo al
riconoscimento dei propri limiti, della propria finitezza. Ma l'uomo moderno,
spesso attanagliato dalla superbia, dall'arroganza e dalla presunzione, ha
oltraggiato questa dote, sempre più rara, che nella quotidianità appare come desueta, fuori moda.
La persona umile non sente il bisogno di ostentare i suoi meriti ma assume la
consapevolezza della propria insufficienza. L'umile avverte il senso, della misura. Non critica, non disprezza, non si confronta ma si pone in una posizione di ascolto, di ricettività per accogliere la spinta all'operosità. E' modesto. Non parla in modo volgare; non segue le mode del tempo per "apparire"
ma il suo atteggiamento è sempre dignitoso e schivo...

Rocco Risolia
(Presidente Ass. Lucana "G. Fortunato" di Salerno)
Dio ama gli umili
Il Signore ama gli umili come un giardiniere che chinato il capo in mezzo al suo giardino, scova un fiorellino: una umile margheritina in mezzo a tante rose.
Le rose sono belle, ma la loro superbia punge, la margheritina invece è semplice, suscita tenerezze nel cuore del giardiniere nel vedere quel piccolo fiorellino e annusando il suo profumo si compiace per averlo seminato, come quando Dio nel sentire il profumo dell'umiltà che i semplici, gli afflitti e i poveri emanano, si compiace dei Suoi figli.
Quando la margheritina appassisce, il giardiniere riserva per lei un posto speciale; la ripone nel vaso più bello fino a quando non ha ripreso le forze, dopodiché la rimette di nuovo in mezzo alle rose perché ricominci a comunicar loro l'umiltà attraverso il suo esempio. Così l'umile quando soffre il Signore lo introduce nella dimora del Suo Cuore fin quando il Suo figliolo non ha recuperato le forze, dopodiché lo rimette di nuovo in mezzo alla gente perché ricominci a comunicar loro l'umiltà attraverso il suo esempio.
Siamo piccoli e semplici perché il Signore gradisce il profumo dell'umiltà e si compiace della Sua semplice creatura.
 





MARGHERITA
Un petalo d'umiltà
tra i prati odorosi,
un soffio di vento
piega delicatamente
il tuo esile stelo

L'aprirsi raro
della tua corolla
richiama insetti vivaci
che attingono al tuo nettare
con tocco sapiente

Un attimo solo basta
a renderti fiera
del tuo semplice odore
hai compiuto il miracolo
hai donato amore



Siate umili e apritevi di più verso gli altri


L'umiltà è stata inventata da Dio per entrare in rapporto con noi e per salvare le amicizie.
L’amicizia vera nasce dall'umiltà; significa andare da un altro e dirgli: io non mi basto, io non sono sufficiente a me stesso; ho bisogno di te.
L'umiltà permette, giorno per giorno, di sciogliere ogni principio di ruggine, di abbattere i piccoli muri di incomprensione e di risentimento, prima che prevalga in  noi la logica della ripicca e della rivincita.

Preghiera

Gesù, tu hai detto:
«Imparate da me
che sono mite e umile di cuore
e troverete riposo alle anime vostre.»

Sì, Signore mio e Dio mio,
«Gesù, mite e umile di cuore,
rendi il mio cuore simile al tuo.»
(Teresa di Lisieux)




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