giovedì

23 dicembre -Auguri scomodi a tutti noi!


23 dicembre


Gesù è nato in una stalla tra un bue e un asinello!!!
Questa verità è scomoda, oggi più che mai, perchè la gente dei nostri tempi è alla ricerca esasperata dello sfarzo, del lusso che spesso si traduce in inutile spreco. 
E così facendo abbiamo creato mondi paralleli: quelli dei ricchi da un parte e quello dei poveri dall'altra.
Mentre noi, pur in tempo di crisi economica, continuiamo a buttare di tutto e pretendiamo di indossare sempre capi firmati o scarpe di moda, altri muoiono di fame e di freddo: nascono in stalle e subito vedono le stelle... per la sofferenza e per i patimenti che sono costretti a subire e a fronteggiare. 
L'altro giorno siamo stati per un giorno e una notte senza acqua perchè si stavano facendo lavori di manutenzione.
E' bastato questo a mandarci tutti in tilt.
Io, personalmente, non ho potuto fare la doccia giornaliera a cui sono abituata e di sera ho sofferto il freddo perchè non ho potuto accendere i termisifoni.
Che esperienza traumatica!!!
Ma nel disagio ho pensato alla vita dei nostri antenati, alla vita dei poveri, alla vita che si svolgeva ai tempi di Gesù e mi sono vergognata delle mie stesse lamentele.
Mi son detta: "forse dovremmo rimanere per più tempo senza acqua e senza luce per apprezzare i sacrifici di tutti quelli che non hanno la nostra stessa fortuna economica!"
La stessa cosa capita a chi sta bene e non pensa a chi sta male; a chi è con la famiglia e con gli amici e non pensa a chi è solo; a chi vive in casa propria e non pensa a chi non ha un tetto; a chi ha tutto e non pensa a chi non ha niente....

E in tanto menefreghismo, in tanta indifferenza,  in tanto egoismo e in tanto ipocresia auguriamo a tutti "Buon Natale".
 
Bene fece anni fa Don Tonino bello quando, già vescovo, decise di fare ai suoi fedeli gli auguri più scomodi che mai fossero stati detti prima di allora. Così gridò nella sua omelia:

-Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo, se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.
Tanti auguri scomodi, allora , miei cari fratelli!
Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.

Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.

Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.

Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.

Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.

Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.

I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi.

Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.

I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge ”,e scrutano l’aurora, vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio.

E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi.

Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza".

 A Gesù Bambino

(di Umberto Saba)

 
La notte è scesa

e brilla la cometa

che ha segnato il cammino.

Sono davanti a Te, Santo Bambino!

Tu, Re dell’universo,


ci hai insegnato

che tutte le creature sono uguali,

che le distingue solo la bontà,

tesoro immenso,

dato al povero e al ricco.

Gesù, fa’ ch’io sia buono,

che in cuore non abbia che dolcezza.

Fa’ che il tuo dono

s’accresca in me ogni giorno

e intorno lo diffonda,

nel Tuo nome.

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